giovedì 5 settembre 2013

Aspettando un colpo di scena che non arriverà mai: "Une promesse" di Patrice Leconte

Patrice Leconte presenta fuori concorso alla 70. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia "Une promesse", con protagonista una triade very british style.

Tratta da una novella di Stefan Zweig, la pellicola, ambientata nella Germania di inizio Novecento, propone una trama al quanto banalotta: giovane e bella moglie (Rebecca Hall) di attempato e ricco uomo d'affari (Alan Rickman), si invaghisce del giovane e affascinante, ma povero, assistente di quest'ultimo (Richard Madden, noto al grande pubblico come Robb Stark della serie televisiva "Il trono di spade").
A frenare la messa in atto del loro sentimento amoroso, non è solo l'affetto e la stima provata nei confronti dell'ottimo Alan Rickman, ma anche e soprattutto il trasferimento del bell'Adone oltreoceano per questioni lavorative. I due amanti, quindi, non consumeranno mai carnalmente la loro passione (nonostante le numerose provocazioni del ragazzo),  promettendosi però di ricongiungersi al ritorno di lui in patria; ha inizio così un esasperante rapporto espistolare interrotto dall'immimente arrivo della Grande Guerra.
In tutto ciò, il marito pare quasi non accorgersi dello svolgersi degli eventi, se non quando in punto di morte rivelerà alla moglie le sue reali intenzioni, ossia di fare in modo che la donna amata e il loro figlioletto, non rimanessero soli dopo la sua dipartita, e ha quindi permesso che questo amore clandestino avesse luogo, pur essendone allo stesso tempo geloso.
A guerra conclusa, dopo svariati anni, l'avvenente assistente, ormai divenuto un maturo uomo d'affari, si ricongiungerà con la sempre affascinante Rebecca Hall, e invece di dare finalmente libero sfogo alle loro voglie più recondite, per un'altra trascinata porzione di pellicola non accadrà nulla, se non un castissimo e agognato bacio a chiusura del film.
E dove sta il sesso che il pubblico tanto attende?
E soprattutto, non appare troppo forzato ed eccessivo il pathos che l'attore Richard Madden carica in ogni situazione, dalle più alle meno consone? Ogni tanto verrebbe voglia di prenderlo a sberle per farlo rinvenire.
Per quanto riguarda Rebecca Hall fin quando non svela il suo amore segreto, risulta pienamente nel ruolo affidatole per poi ricadere nella stessa pateticità del suo amante.
Alan Rickman come sempre impeccabile e assolutamente godibile.
Ultimo appunto al regista, il quale talvolta compie dei movimenti di macchina frenetici, immotivati e azzardati, che rievocano un certo cinema alla Lars Von Trier.
Film riuscito a metà, soprattutto per ciò che riguarda il finale; sarebbe stato piuttosto preferibile il mostrare fino in fondo l'incoronamento totale di questo tanto bramato amore o al contrario lasciare spazio alla drammaticità con un'interruzione secca della relazione.
Leconte preferisce invece dare una svolta melodrammatica allo stile della Hollywood classica che può lasciare un po' insoddisfatto il pubblico di oggi.


di Francesco Foschini e Martina Nocella

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