di Giovanni Bogani
Gli applausi alla prima proiezione non sono tutto, no. Possono
essere smentiti, o confermati, dalla proiezione successiva. Le sensazioni della
stampa internazionale – che a Cannes vede i film al mattino – possono essere
diversissime da quelle del pubblico della sera, quello col papillon. Alle
proiezioni serali, quelle con tutti gli attori e il regista in sala, il
pubblico applaude, si scalda. Alle proiezioni stampa l’atmosfera è sempre un
po’ più fredda. Lì, c’è soprattutto
gente che lavora, prende appunti mentali, va a scrivere.
Detto questo,
il silenzio che ha accolto stamattina la proiezione stampa del “Grande Gatsby” con
Leonardo DiCapio – il film di Baz Luhrmann che ha aperto fuori concorso il
sessantaseiesimo festival di Cannes – porta un po’ di vento gelido sul film. Dopo
due ore e venti di cinema ruggente e tridimensionale, musiche infinite hip hop,
charleston, feste, luci, fuochi d’artificio, colori, pianti, spari, sangue,
ecco il silenzio. Forse, anche per il troppo rumore prima. Ci vorrebbe un’aspirina.
Anche il pubblico di critici può essere sfinito da quel Luna Park fantasmagorico.
Fuori dal
Palazzo del cinema, invece, non c’è silenzio, ma il delirio di folla per
Leonardo DiCaprio. Che dopo quasi vent’anni genera ancora isterie alla “Titanic”.
Fotografi, ma anche curiosi: gente che si è portata una seggiola fin dalle nove
di mattina per poterlo vedere alle sette di sera, mentre fa la “montée des
marches” in abito da sera.
Nella sala
stampa, un quarto d’ora dopo, ci sono tutti: dal regista Baz Luhrmann a Tobey
Maguire, che nel film è il narratore, ovvero Francis Scott Fitzgerald. E
Leonardo DiCaprio, barbetta curata, camicia slacciata, senza cravatta, giacca.
Il regista racconta il particolare più commovente: “Alla fine della prima
proiezione negli Stati Uniti, mi si è avvicinata una vecchia signora. Mi ha
detto: ‘Ho attraversato tutta l’America, per vedere che cosa avrebbe fatto del
romanzo di mio nonno. E adesso posso dirle che sarebbe fiero di lei’’. Era la nipote di Scott Fitzgerald”.
E se il
verdetto dei critici europei viene emesso domattina, quello dei critici
americani è già apparso. Il film è uscito negli Stati Uniti il 10 maggio,
incassando già cinquanta milioni di dollari. E la critica? Spaccata in due. Per
i detrattori, è un film che è “troppo”
di tutto: di musica, di velocità, di stile. Per altri, “il film cattura
l’essenza del romanzo di Scott Fitzgerald come nessun’altra trasposizione era
riuscita a fare. Ma”, aggiunge il critico, “non eccitatevi troppo. L’asticella
era molto bassa”.
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