domenica 5 maggio 2013

"Treno di notte per Lisbona" di Bille August


di Caterina Tomassetti  

       Portare al cinema un romanzo, si sa, non è cosa semplice e sono pochi i registi che ci sono davvero riusciti.

            Bille August (“La casa degli spiriti”, “Il senso di Smilla per la neve”) non è nuovo a questo genere di esperienza e stavolta si cimenta con l'omonimo bestseller di Pascal Mercier. Jeremy Irons è il protagonista, il professore svizzero Raimund Gregorius, che una mattina si trova a salvare una giovane donna dal suicidio.
           


  La ragazza, naturalmente, fugge via, lasciando nelle mani del suo salvatore il cappotto con, nelle tasche, un libro portoghese e un biglietto ferroviario per Lisbona. Gregorius si convince che quello è l'avvenimento casuale che può cambiare la sua vita solitaria e spenta.

            Parte così per Lisbona e si mette sulle tracce dell'autore del libro, un medico-filosofo che partecipò alla Resistenza contro Salazar. Attraverso incontri più o meno casuali, riesce a ricostruire episodi della Resistenza e la vita del giovane medico.
            
Purtroppo il film resta impigliato nelle pagine del libro e non decolla mai: sempre troppo verboso, nonostante la bella fotografia, invero un po' calligrafica, di Filip Zurbrenn, che ha il merito però di rendere le dolenti atmosfere di Lisbona con tutta la patina dell'antico.

            Ma la storia del protagonista non prende mai rilievo, non il pur bravo Jeremy Irons, troppo spesso confinato a voce recitante fuori campo, che legge pagine del libro.
            
Per il resto è una passerella di attori, da Charlotte Rampling a Mélanie Laurent, da Jack Huston a Tom Courtenay, da Christopher Lee a Bruno Ganz, come si conviene ad una produzione internazionale.


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