di Aurora Medico
Come sarà vivere in quella casa? Il sedicenne Claude se lo è
chiesto molte volte, osservando la casa dal parco, seduto su una panchina.
Nella casa abita Rapha, un suo compagno di classe. Un giorno, con un pretesto, Claude
riesce ad entrare dentro l’abitazione: osserva il comportamento dei suoi tre
abitanti (madre, padre e figlio) e l’arredamento. Scrive un tema su questa
esperienza per il professore di Lettere, il quale ne resta affascinato. Germain,
il professore, incita il ragazzo a continuare a scrivere delle abitudini della
famiglia così “borghese” di Rapha.
Il regista francese François Ozon, divenuto celebre in tutta
Europa grazie a pellicole come 8 Donne e
un mistero (2002) e Il tempo che
resta (2005), è oggi nelle sale cinematografiche con il film Nella casa (2012): una commedia ironica
che si sviluppa attraverso una struttura tipica dei thrillers (quindi rara per
una commedia), capace di creare una forte suspense nello spettatore.
Attraverso il personaggio di Claude (interpretato dal
giovane attore esordiente Ernst Umhauer) lo spettatore si trova proiettato in
un mondo dove realtà e finzione si mescolano fino a confondersi.
La curiosità morbosa del professor Germain (Fabrice Luchini,
esordito nel 1969 e vincitore, come miglior attore non protagonista, al César del 1993) entra in simbiosi con la
necessità voyeuristica del
giovane scrittore di catturare ogni minimo dettaglio della vita dell’ignara
famiglia di Rapha.
La trama si dipana tra manipolazioni reciproche e risvolti a
tratti inquietanti. Studente ed insegnante formano un duo esplosivo, incapace
di prevedere quali saranno gli sviluppi della storia (reale e immaginaria). I
due personaggi diventano inscindibili: non può esistere Claude (il talento
naturale) senza Germaine (la conoscenza). E viceversa.
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